È una domenica pomeriggio soleggiata – giornata di festa: il sole non fa capolino da secoli nel cielo della tua città – e tu sei fuori al mercatino delle pulci. Frugando tra le offerte in mezzo alla folla di persone: cose vecchie, cose nuove, cose strane, belle cose inutili, possibili regali futuri (ma Natale è ancora troppo lontano e non ci sono compleanni all'orizzonte). Nessuna intenzione di comprare: grazie, señor. Sto solo curiosando. Poi, di colpo, lo vedi. Tra vecchi vinili e cassette. Rilegato in pelle, copertina rigida color crema. Sul dorso, un gatto dorato con un cappello di piume suona il violino su uno sfondo blu scuro e lettere dorate si stagliano su sfondo viola: Poesie e canzoni. Un cunicolo spazio-temporale sul tuo passato, l'unico tomo che possedevi di un'enciclopedia per bambini in quindici volumi. Pagine lucide piene di illustrazioni a colori vividi. Fuori catalogo da molti anni, rimpianto ancora oggi. Portato via dal tempo, come quel gioco della campana che tu e le tue amiche disegnavate sull'asfalto del tuo quartiere.
Metti la mano sul libro, proprio mentre un'altra persona fa lo stesso. Vi scambiate uno sguardo indagatore. La tua rivale ha più o meno la tua età, decisa quanto te ad acquistare, a rubare, quel tesoro. Il venditore si avvicina: No, ha solo quella copia del volume.
«Ho un bambino», dice la tua avversaria. «È un regalo per lui.»
Rimani in silenzio per qualche secondo. Esiti. Ma no, non hai intenzione di cedere. «Anch'io ho un bambino.»
La tua rivale ti guarda con sospetto e tu sostieni il suo sguardo: cos'è, non sembri il tipo da avere figli? Ma hai una bambina in te. Una bambina che passava lunghi fine settimana a letto con la nonna, quando veniva a trovarla, persa tra i libri mentre mangiava da scatole di cioccolatini assortiti. Tua nonna non c'è più da tanto. I tuoi libri d'infanzia non ci sono più da tanto, la maggior parte dati via senza il tuo permesso a cugini più piccoli, insieme a vestiti e giocattoli che non ti andavano più bene. Vestiti e giocattoli ci stavano, ma non si diventa mai troppo grandi per i propri libri.
Il venditore risolve la faccenda tirando a sorte con le pagliuzze. Tu estrai quella più lunga. Sei appena diventata fortunata? In vita tua non hai mai vinto alla lotteria, al gioco d'azzardo.
«Spero che a suo figlio piaccia il libro come al mio», dice la tua rivale lanciandoti una frecciatina prima di andarsene.
Paghi e ti allontani alla svelta, abbracciando il tuo nuovo/vecchio bene prezioso, il tuo tesoro recuperato, mescolandoti ancora una volta tra la folla.
Ti senti in colpa. Ti senti bene. Ti senti male. No, ti senti bene. Non vedi l'ora di tornare a casa e recuperare la tua infanzia da quelle pagine.